"Nudo come solo un re nudo può essere"

Leggendo alcune delle cronache di questi giorni mi sono venute in mente alcune pagine che ho letto di recente. Si tratta di un romanzo di cui ho già parlato qui, La battuta perfetta di Carlo D'Amicis.
Anche le parole del titolo sono tratte da quel libro e, sì, immaginate bene, si riferiscono proprio a lui, il nostro presidente del Consiglio, che l'autore del libro chiama sempre, per bocca del suo personaggio, Silvio I.
E' sera e il protagonista, Canio Spinato, diventato factotum del presidente, viene chiamato da una spaventatissima soubrette televisiva. Il problema è proprio il presidente. Lui la raggiunge
"Ho paura, Canio. Si è barricato e non mi fa più entrare. Prima piange, poi ride. All'improvviso si mette a urlare come un indemoniato".
Dalla camera da letto filtra una luce che qualche ora prima si sarebbe potuta definire soffusa, ma che adesso è solo sordida. (...)
Appena allungo il collo in camera da letto, capisco che tanto bene non va. Sul campo di battaglia non soffiano venti di gloria. Si scorge solo un vinto che rantola riverso su un materasso a due piazze facente funzioni di barella. Accanto al suo corpo completamente nudo un paio di siringhe, mezza dozzina di blister, un elettrostimolatore portatile e, ancora stretta tra le dita, una pompetta collegata a un anello di caucciù. Avanzando su un tappeto di kleenex macchiati di sangue glielo sfilo dal pene e applico la borsa del ghiaccio sul pube violaceo. Poi vado alla finestra per far entrare un filo d'aria, ma soprattutto per sbrogliare la matassa di odori aggrovigliati nella stanza. (...)
L'osservo attentamente. E ciò che vedo - dal ventre dilatato ai quattro capelli arruffati sulla testa, dalle caviglie gonfie alla bava che si rapprende agli angoli della bocca - è ontologicamente ciò che è, ma che nessuno al mondo, guardando Berlusconi, ha visto mai: un vecchio di settantatré anni.
Stremato, questo vecchio sembra dormire. E invece mi sta frugando i pensieri.
"Hai pietà di me, vero, Spinato?"
Io ho pietà, ma di noi tutti. Per lui, vergogna: quella che il paese sembra avere smarrito (se ve lo siete perso, leggete questo bell'articolo di Guido Crainz)

Dopo questa scena, il protagonista ha un piccolo sussulto di dignità, su cui il libro si chiude.
E' quello che spero possa avere il paese intero, dopo queste tristi giornate.

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Andrea Sangiovanni © Creative Commons 2010 | Plantilla Quo creada por Ciudad Blogger