Peppino Ortoleva, Un ventennio a colori

Peppino Ortoleva, Un ventennio a colori. Televisione privata e società in Italia (1975-1995), Giunti Firenze 1995

Apparentemente simile al volume di Menduni, quello di Ortoleva è più attento all'analisi dei processi mediatici e politici che hanno interessato e coinvolto la televisione tra anni Settanta e Novanta. Secondo Ortoleva il sistema televisivo italiano è
sul piano quantitativo come su quello qualitativo unico al mondo. (p.6)

Esso è caratterizzato principalmente da due fattori:
  1. l'intreccio inestricabile fra sistema politico e sistema televisivo (non spiegabile in modo semplicistico né con l'idea della colonizzazione della televisione da parte della politica, né con l'ipotesi della "videocrazia");
  2. la corrispondenza fra l'evoluzione della televisione (in particolare con l'arrivo della tv commerciale) e della società nel suo insieme.
Si tratta dunque di un libro più "politico" del precedente, dove la valutazione del sistema della televisione commerciale non è neutra - ma non per questo è meno acuta - , e con una maggiore attenzione ai profondi riflessi che la televisione ha avuto sulla psicologia collettiva sin dall'avvento del colore: un saggio, dunque, meno manualistico e più interpretativo.

E. Menduni, Televisione e società italiana 1975-2000


Enrico Menduni, Televisione e società italiana 1975-2000, Bompiani, Milano 2002

Il libro si concentra su uno dei periodi cruciali della televisione italiana, quello dell'affermazione del modello commerciale e della formazione del peculiare duopolio italiano. Secondo Menduni il periodo compreso fra 1975 e 2000

appare contraddistinto da una forma culturale propria, da una autonoma tessitura di rapporti con la società, la politica e la cultura (p.18).


Il libro disegna la cronaca della fine del modello bernabeiano di televisione pubblica, che aveva accompagnato gli anni del boom economico e che aveva portato avanti un preciso progetto culturale e industriale, e dell'affermazione della televisione commerciale. Lo fa descrivendo non solo l'alternarsi delle fasi politiche, ma anche attraverso un'analisi del cambiamento dei programmi e dei palinsesti, nella convinzione che il sistema televisivo formatosi in quegli anni abbia in qualche modo saputo rappresentare la società italiana di quel periodo.

Internet vs TV

Con un esercizio di futurologia tutto da verificare qualcuno ha predetto che nel 2008 internet supererà la tv (Web-tv l'anno del sorpasso, "La Repubblica", 2 gennaio 2008).
Secondo i risultati di una ricerca della School of Management del Politecnico di Milano e della Nielsen, infatti, il 54% degli italiani preferisce passare le ore della prima serata televisiva collegato a internet piuttosto che davanti alla tv. Secondo altri dati, che in parte confermano questi risultati, l'82% dei giovani europei (tra i 16 e i 24 anni) passerebbe la maggior parte del proprio tempo libero collegato a internet.
Si tratta davvero del "sorpasso"? Molto più probabilmente, come sempre accade per i media, c'è una convivenza, una compresenza di strumenti diversi che non si annullano a vicenda; anzi, in un futuro non molto lontano potrebbero interagire per costruire nuove forme di narrazione.
Inoltre bisognerebbe confrontare questi dati con altri indicatori, come ad esempio la diffusione della banda larga (e sembra che in Italia la percentuale non vada molto oltre del 15% - delle utenze? del territorio coperto? i dati riportati dal giornale non sono chiari), oppure le attività che si compiono quando si è collegati: sempre secondo i dati di Repubblica il 32% fa download di musica (e il 18 di film o video), il 13% ascolta la radio, il 17 guarda la tv, film o videoclip, tutte attività che non vanno molto al di là della fruizione di un media più tradizionale.
Insomma, è ancora tutto da vedere: ma sicuramente lo scenario si fa sempre più interessante. Soprattutto se ci poniamo delle domande sul modo in cui la tv cambierà...
 
Andrea Sangiovanni © Creative Commons 2010 | Plantilla Quo creada por Ciudad Blogger