Piccole cose che cambiano

Un breve post di servizio per segnalarvi qualche aggiustamento nel blog, se per caso non ve ne siete accorti.

Allora.

In alto ho aggiunto una nuova pagina con le presentazioni (slide e prezi) che ho preparato per le lezioni negli scorsi anni. Erano già state postate ma ho pensato di radunarle tutte in un unico posto, per rendere più facile la ricerca a chi frequenta questo luogo per i suoi aspetti più didattici.
Mi sono accorto che qualche presentazione ha perso la formattazione originale: nei prossimi mesi cercherò di metterle a posto. 

A sinistra invece trovate una app vimeo che vi rimanda ai video che ho realizzato per l'archivio audiovisivo della memoria abruzzese. Dateci un'occhiata, se non li conoscete già, e se per caso vi va di lasciare un commento mi fa piacere.

posti in piedi

Quando alle nove e mezza abbiamo iniziato, qualcuno stava ancora arrivando e si stava sistemando in fondo alla sala, in piedi. Due temerari si erano avventurati in galleria e si erano seduti nelle poltrone centrali, per godersi lo spettacolo dall'alto.

Lo spettacolo è stata Loreto Aprutino, e il calore con cui ha accolto la proiezione del breve documentario che ho realizzato per conto dell'Archivio Audiovisivo della Memoria Abruzzese.
Ne avevo già parlato in molti post precedenti e quindi non mi dilungo (ma se volete rinfrescarvi la memoria guardate qui, qui, qui e qui).
E vi mostro quello che abbiamo proiettato sabato 12 gennaio: un breve viaggio nella memoria di Loreto Aprutino, un viaggio che, attraverso ricordi privati e talvolta intimi, finisce per dirci qualcosa anche sul modo in cui si guarda all'Italia e al mondo da un appartato paese sulle colline.

Loreto m'arcord from Archivio della Memoria Abruzzese on Vimeo.

Appuntamento a Loreto Aprutino

Finalmente, dopo quasi un mesetto di anticipazioni (ricordate, avevo cominciato a lanciare segnali il 13 dicembre dello scorso anno: lo so che non è passato tanto tempo, ma a dirlo così fa tutto un altro effetto) posso dirvi qualcosa in più dell'iniziativa che  l'Archivio Audiovisivo della Memoria Abruzzese sta organizzando a Loreto Aprutino.
Ma prima date un'occhiata a questo nuovo video:



Visto?
Bene, allora adesso segnatevi questa data.
Il 12 gennaio 2013, alle 21, verrà presentato al Supercinema teatro di Loreto Aprutino il video di montaggio Loreto m'arcord, che ho realizzato, insieme ad Annacarla Valeriano, con i film familiari e amatoriali raccolti a Loreto Aprutino grazie alla collaborazione dell'Associazione Culturale Lauretana.

Questa qui accanto è la locandina dell'iniziativa.

La proiezione concluderà la cerimonia di restituzione dei film alla città.
Vi sembra che cermonia sia un termine troppo altisonante?
Secondo me non lo è: si tratta in effetti del momento conclusivo di un lungo percorso di scambio di memorie. Loreto Aprutino ha consegnato alcuni mesi fa all'Archivio una parte delle sue memorie, in forma di film familiari e amatoriali realizzati nei decenni passati: l'Archivio li ha digitalizzati, catalogati, analizzati, e ora li restituisce a chi glieli aveva consegnati.
Ma, insieme a queste memorie private, restituisce anche una piccola parte della storia collettiva della città.

Ecco: Loreto m'arcord è proprio questo racconto collettivo.

Ma non ci sarà solo questo: il prossimo sabato sera cercheremo di mostrare anche in altri modi la forza emotiva e narrativa dei film familiari.
Come?
Beh, non voglio dirvi tutto: venite a vedere. Sarà interessante.

Tanti auguri, signor Villaggio

Gentile Direttore, "non le è mai venuto in mente di consigliare al signor Villaggio di darsi all'ippica? A me e ai miei familiari sì, fin dalla prima volta".

"Villaggio se non lo buttate dalla finestra voi, verrà il giorno che lo faranno i telespettatori infuriati".

Così gli italiani accoglievano nel 1968 l'irruzione di Paolo Villaggio nei loro tubi catodici: sono certo che se rileggesse oggi queste lettere al Radiocorriere Tv sorriderebbe con crudele e sardonica soddisfazione.
Già allora, come i messaggi al Radiocorriere testimoniano eloquentemente, era capace di far emergere il peggio dell'italianità, mentre andava affinando una delle più geniali (e intermediali) maschere italiane, rivelatrice dei molti lati oscuri dell'italiano medio, il perenne Fantozzi.





Forse, se capitasse da queste parti, apprezzerebbe la scelta di fargli gli auguri per i suoi ottanta anni in deliberato ritardo, e con il cordiale invito di un lettore che scriveva, sempre nel febbraio 1968, al Radiocorriere:

"Al signor Villaggio, con molta serietà, certo una serietà meno stupida della sua, vorrei soltanto dire: sparisci".




La trasmissione era Quelli della domenica e Aldo Grasso la descrive come
un varietà di rottura, diretto da Romolo Siena, un'anteprima che apre le porte alla nuova comicità, con tempi, ritmi e contenuti lontani dalla tradizione. Con la sua aggressività comunicativa la trasmissione frantuma l'immagine patinata ed edulcorata dello spettacolo leggero 
(Aldo Grasso, Storia della televisione italiana, Garzanti, Milano 2004, p. 190)

I signorili apprezzamenti all'attività dell'allora esordiente Villaggio li ho tratti invece da Giovanni Gozzini, La mutazione individualista. Gli italiani e la televisione 1954-2011, Laterza, Roma-Bari, 2011, p. 60.
 
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