memoria condivisa/memoria contesa

Il 30 novembre sarò a Torino per questa iniziativa organizzata dall'Aamod e dall'Archivio Nazionale Cinema d'Impresa - Centro sperimentale di cinematografia.

È il primo appuntamento di analisi e confronto fra film d'impresa e film del movimento operaio: due punti di vista opposti e complementari sul mondo del lavoro.
Per chi fosse curioso, questo è l'ampio e complesso programma che si snoderà fra Torino, Ivrea e Roma:
La  manifestazione  prevede  proiezioni,  dibattiti  e  incontri con i protagonisti, con l´obiettivo di far conoscere, soprattutto alle giovani generazioni,le trasformazioni del mondo del lavoro e della produzione attraverso i differenti linguaggi visivi che le hanno raccontate. Il cinema industriale ha rappresentato per quasi mezzo secolo, dagli anni ´30 alla fine degli anni ´70, un settore importante della politica aziendale, che ha visto molte imprese produrre migliaia di documentari che oggi costituiscono un patrimonio prezioso per ricostruire la storia del Novecento italiano, in parte conservato nell´Archivio Nazionale Cinema d´Impresa di Ivrea. Nello  stesso  tempo  il  mondo sindacale, i partiti e numerosi autori indipendenti hanno prodotto, a partire dal secondo dopoguerra, film di "controinformazione" sul lavoro, le lotte sociali e sui grandi nodi dello sviluppo. In oltre un secolo di vita il cinema si pone dunque, al di là
degli  esiti artistici, come una preziosa fonte storica per analizzare l´evoluzione della società, dell´economia e del lavoro in Italia. È partendo da queste considerazioni che si intende promuovere un ciclo di appuntamenti - che complessivamente si struttureranno in un vero e proprio Festival cinematografico del lavoro - per analizzare i differenti punti di vista espressi di volta in volta dalle forze sociali, presentando in parallelo e mettendo a confronto film realizzati con obiettivi spesso contrapposti. Il cinema  -  e  la  sua capacità di affabulazione del reale - può dunque costituire  oggi  uno  strumento  di informazione e di riflessione per consentire a coloro che hanno vissuto in diretta gli avvenimenti della nostra storia economica, politica e sociale di rispecchiarsi nella immagini e di rimettere in causa posizioni sedimentate, e alle giovani generazioni di confrontarsi con tracce di memoria tra le più vivide ed efficaci lasciate dalla storia del Novecento.

 Programma

  Torino, lunedì 30 novembre
  Circolo dei lettori, via Bogino 9 - Torino
  ore 9.30 Presentazione
    * Gianni Oliva, Assessore alla Cultura della Regione Piemonte
    * Mimmo Calopresti, Presidente dell´Archivio Audiovisivo del Movimento
      Operaio e Democratico
    * Sergio Toffetti, Direttore dell´Archivio Nazionale Cinema d´Impresa
    * Luciano Gallino, Responsabile scientifico Centro On Line di Storia e
      Cultura dell´Industria

  ore 10.30 Italo Calvino e il cinema d´impresa
    * La  canzone del polistirene di Alain Resnais (1957, 12´). Versione
      italiana con il testo di Raymond Queneau tradotto da Italo Calvino, con
      la collaborazione per i termini tecnici di Primo Levi.

  ore 10.45 La fabbrica mondo
    * La Borsalino (1913, 13´)
    * Andando verso il popolo di Michele Gandin (Dalmine, 1941, 33´).
    * Incontro con la Olivetti di Giorgio Ferroni; testo: Franco Fortini
      (1950, 23´).
    * Sabato domenica, lunedì di Ansano Giannarelli (Aamod, 1968, 30´)

  ore 15.30 La fabbrica mondo (parte seconda) Introduzione di Giuseppe Berta
    * Vacanze nelle colonie Sicedison (Edison, anni ´50, 11´)
    * Ritrovarsi in estate di Francesco Barilli (Eni, 1972, 20´)
    * L´avventura nella vacanza di Piero Nelli (Ansaldo, 1963, 9´55")
    * Il paese dell´anima di Victor De Sanctis e Remigio Del Grosso Fiat,1957,
      33´)
    * Opere sociali Fiat (1957, 9´)
    * La Scuola Allievi Fiat "Giovanni Agnelli" di Stefano Canzio (1962, 16´)
    * Oltre il lavoro di Adriano di Majo (Fiat, 1973,13´)
    * Buon lavoro Sud di Giovanni Cecchinato (Montecatini, 1969, 16´)

  Ore 17.30 Interventi di: Cesare Annibaldi, Anna Falchero, Marcella Filippa,
  Pietro  Marcenaro, Mariangela Michieletto, Andrea Sangiovanni, Ermanno
  Taviani, Sergio Toffetti.

  Museo del Cinema/Cinema Massimo, via Verdi 19 - ore 20.30
    * La vita agra di Carlo Lizzani; sceneggiatura: Sergio Amidei dal romanzo
      di Luciano Bianciardi; con Ugo Tognazzi, Giovanna Ralli, Giampiero
      Albertini, Nino Krisman, Pippo Starnazza, Enzo Jannacci (1963,104´)
      .                      Incontro con Carlo Lizzani e Giovanna Ralli

  Ivrea, martedì 1 dicembre
  Archivio Cinema d´Impresa, via della Liberazione 4 - Ivrea
  ore 15.30 I documenti filmati negli archivi industriali
    * Tavola  rotonda  con: Edoardo Ceccuti (Cinecittà-Luce), Alessandro
      Lombardo (Fondazione Ansaldo), Marco Montemaggi (Museimpresa), Lucia
      Nardi (Archivio Eni), Eugenio Pacchioli (Archivio Storico Olivetti),
      Pier Paolo Poggio (Fondazione Musil), Maurizio Torchio (Archivio Storico
      Fiat).
      Coordinatori: Gabriele D´Autilia (Aamod) e Sergio Toffetti (Anci).

  ore 20.00 - Cinema La Serra, corso Botta 30
    * ThyssenKrupp Blues di Piero Balla e Monica Repetto (2008,73´)
    * La fabbrica dei tedeschi di Mimmo Calopresti (2008, 84´)
      Presentazione di Mimmo Calopresti, Piero Balla e Monica Repetto

  Torino, mercoledì 2 dicembre
  Cineporto, via Cagliari, 42
  ore 10.00 Torino: l´era industriale. Introduzione di Giovanni De Luna
    * Le officine di corso Dante di Luca Comerio (Fiat, 1911, 7´30")
    * Sotto i tuoi occhi (forse attribuibile a Mario Soldati), con Isa Pola
      (Fiat,1932, 6´)
    * I nuovi stabilimenti Fiat di Mario Gromo (Fiat, 1941, 15´)
    * Invito a Torino (Fiat, 1954, 3´)
    * Torino Amara di Gino Brignolo (1960, 16´)
    * La città operaia di Piero Nelli (1962, 15´)
    * Una città da salvare di Ennio Lorenzini e Vittorio Nevano; commento:
      Saverio Vertone; produzione: Unitelefilm (Aamod, 1964, 20´)
    * Incontro con la Fiat di Marco Zavattini (Fiat, 1976, 15´)
    * L´odore  della gomma di Piero Balla e Enrico Miletto, con Cristina
      Odasso; produzione: Deriva Film (2005, 32´)

  ore 15.00 Torino: l´era industriale (parte seconda). Introduzione di Stefano
  Musso
    * Tutto era Fiat di Mimmo Calopresti; produzione: La Sept Arte, Point du
      Jour, Rai, (Aamod, 1998, 70´).
      Vorrei  che volo di Ettore Scola, da "Lettere al Sindaco" di Diego
      Novelli. (1980, 69´)

  ore  17.30  Introduzione  di Andrea Bairati, Assessore all´industria e
  all´energia
  della Regione Piemonte. Interventi: Piero Balla, Mimmo Calopresti, Tom De
  Alessandri,  Sergio  Scamuzzi, Diego Novelli, Maurizio Torchio, Sergio
  Toffetti.
  Coordina: Ettore Boffano

  Roma, venerdì 11 dicembre
  Fondazione AAMOD, via Ostiense, 106 - Roma
  Il lavoro nel cinema d´autore
    * ore 16.30 Scioperi di Mimmo Calopresti (2006, 50´)

  ore 17.20 Presentazione a cura di Mimmo Calopresti, Gabriele D´Autilia,
  Sergio Toffetti
    * ore 17.45 Tavola rotonda con Fausto Bertinotti, Paolo Mieli, Sabrina
      Ferilli, Ugo Gregoretti, Wilma Labate, Carlo Lizzani, Paolo Virzì,
      Luciano Sovena.
      Coordina: Mimmo Calopresti.
    * ore 19.30 Tutta la vita davanti di Paolo Virzì (2008, 117´)

  Sabato 12 dicembre
  Fondazione AAMOD, via Ostiense, 106 - Roma
    * ore 17.00 Panoramica sulle proposte dei giovani documentaristi sui temi
      del lavoro. In collaborazione con il concorso per audiovisivi "Obiettivi
      sul lavoro", promosso da UCCA

chiaroscuri

Qualche giorno fa è stato presentato l'8° rapporto Censis/Ucsi sugli italiani e i media, intitolato I media tra crisi e metamorfosi. Dai dati emerge un ritratto in chiaroscuro, dove le zone d'ombra e quelle di luce sembrano compersarsi. Ad esempio diminuiscono i lettori di giornali (sempre di meno, nonostante l'ampia diffusione della free press) ma aumentano i fruitori di internet; e mentre cresce il numero di chi ascolta la radio (grazie anche alla diffusione dei podcast) la televisione continua ad essere il media dominante.
Quello che si delinea però come il dato più interessante è che aumenta il press divide, ovvero la distanza fra chi usa diversi media e chi si informa solo (o prevalentemente) attraverso la televisione.
Chi volesse saperne di più, può andare qui per dare uno sguardo ai dati principali.

visioni

La storia dei media è piena di visioni anticipatrici del futuro.
Sull'onda del fervore tecnicista e positivista della fine dell'800 alcuni autori riuscirono a immaginare oggetti che avrebbero trovato una soluzione tecnologica solo decine di anni più tardi.
Sono famosi i romanzi d'anticipazione di Jules Verne (su cui magari torneremo un'altra volta), ma non meno interessanti sono le futuristiche invenzioni di Albert Robida, che aveva anche la capacità di dare una forma alle sue fantasie.

Questa è un'illustrazione tratta da Le vingtiéme siecle e quell'oggetto è un "antenato" della nostra televisione, il telefonoscopio. Ecco come Robida lo descrive nel romanzo:
l’ancien télégraphe électrique, cette enfantine application de l’électricité, a été détrôné par le téléphone et ensuite par le téléphonoscope, qui est le perfectionnement suprême du téléphone. L’ancien télégraphe permettait de comprendre à distance un correspondant ou un interlocuteur, le téléphone permettait de l’entendre, le téléphonoscope permet en même temps de le voir. Que désirer de plus? (…) L’invention du téléphonoscope fut accueillie avec la plus grande faveur; l’appareil, moyennant un supplément de prix, fut adapté aux téléphones de toutes les personnes qui en firent la demande. L’art dramatique trova dans le téléphonoscope les éléments d’une immense prospérité; les auditions théâtrales téléphoniques, déjà en grande vogue, firent fureur, dès quel les auditeurs, non contents d’entendre, purent aussi voir la pièce. (…) L’appareil consiste en une simple piacque de cristal, encastrée dans une cloison d’appartement, ou posés comme une glace au-dessus d’une cheminée quelconque. L’amateur de spectacle, sans se déranger, s’assied devant cette claque, choisit son théâtre, établit sa communication et tout aussitôt la représentation commence. Avec le téléphonoscope, le mot le dit, on voit et l’on entend. Le dialogue et la musique sont transmis comme par le simple téléphone ordinare; mais en même temps, la scène elle-même avec son éclairage, ses décors et ses acteurs, apparaît sur la grande claque de cristal avec la netteté de la vision directe; on assiste donc réellement à la reprèsentation par les yeux et par l’oreille. L’illusion est complète, absolue; il semble que l’on écote la pièce du fond d’une loge de premier rang...
Sono colpito da queste fantasie: penso che siano un'immersione in quello che una volta si sarebbe chiamato lo "spirito del tempo" e che ci permettano di capire le aspettative tecnologiche di un secolo, da un lato, e, dall'altro, di avvicinarci a comprendere quale meraviglioso meccanismo sarebbe scattato nella mente degli scenziati che avrebbero trasformato in realtà le visioni degli scrittori.

ricevimento 16 novembre e oltre

Domani, 16 novembre, sarò in facoltà per il ricevimento dalle 11.30 alle 13.30.

Il prossimo ricevimento sarà il 25 novembre, sempre dalle 11.30 alle 13.30.

Ieri, oggi; e domani?

J. Edgar Hoover, l'onnipotente capo dell'FBI, [era] convinto che [Martin Luther] King fosse un pericoloso sovversivo, probabilmente un comunista, e che fosse necessario eliminarlo dalla scena politica.
L'8 gennaio 1963, il responsabile della sorveglianza di King, scrisse un lungo memorandum a Hoover: il pastore, colto in flagranza di adulterio, "deve, al momento propizio, essere mostrato al popolo di questo paese e ai suoi seguaci negri per ciò che è realmente: un imbroglione, un demagogo e, dal punto di vista morale, un mascalzone". L'FBI continuò a sorvegliare strettamente King, utilizzando decine di agenti, e ad accumulare prove delle sue infedeltà matrimoniali (il leader nero aveva un debole per le donne). Nell'agosto del 1964, Hoover giudicò il momento propizio per gettare il peccatore in pasto all'opinione pubblica: c'erano nastri registrati, dove si potevano sentire le voci del leader, alticcio, in compagnia di una mezza dozzina di collaboratori e di almeno due donne, nessuna delle quali era sua moglie. I microfoni nascosti nella camera del Willard Hotel nel gennaio 1963 avevano colto ogni rumore: le battute salaci, i preliminari, l'amplesso.
Il dossier era fitto di dati, orari, dettagli banali (che cosa aveva mangiato King quella sera) o scabrosi (quanto aveva pagato le prostitute incontrate a Los Angeles, Sacramento, Las Vegas). Le trascrizioni dei rumori raccolti al microfono non trascuravano nulla: le scarpe allontanate con un calcio, i vestiti che scivolano a terra, le molle del letto che cigolano. I nastri comprendevano ore e ore di attività sessuale: l'FBI aveva, tra l'altro, reclutato prostitute con lo scopo preciso di "incastrare" il leader nero. L'FBI offrì il materiale a "Newsweek", che rifiutò. Hoover tentò personalmente con il "Los Angeles Times" e il "New York Times", senza maggiore successo.
I giornalisti venivano invitati nel palazzo dell'FBI, fatti entrare da un ingresso secondario, potevano ascoltare tutto ciò che volevano, avere copie del dossier. Si trattava di un leader religioso, un pastore che citava la Bibbia in ogni occasione: non solo tradiva la moglie ma lo faceva abitualmente, con ogni genere di donne. Il suo carisma, il suo "carattere", la legittimità della sua azione politica potevano essere facilmente distrutti da una serie di articoli. Non ne uscì neppure uno.
Perché nel 1964 quotidiani e periodici non osarono toccare una storia proveniente dalle autorità, facilmente verificabile come autentica, giornalisticamente e politicamente esplosiva? L'unica spiegazione possibile è che il giornalismo di allora considerava la politica come una cosa seria, un campo i cui temi (un conflitto nucleare o un'esplosione di violenza razziale che finisse in una guerra civile) apparivano così importanti a chiunque da relegare le storie di adulterio al di fuori del perimetro delle notizie pubblicabili.
È vero che, all'epoca, la deferenza verso i politici rendeva off limits anche le avventure piccanti di John Kennedy, di cui buona parte dei corrispondenti dalla Casa Bianca erano a conoscenza, ma resta il fatto che la scelta di non prestarsi alle manovre di Hoover fu una dimostrazione di autonomia e di professionalità del giornalismo americano oggi semplicemente impossibile.
(da Fabrizio Tonello, Il giornalismo americano, Carocci, Roma 2005, pp. 52-55)
Questo era ieri.

Per quanto riguarda l'oggi il pensiero non può che correre alle assonanze con i casi political-sessuali che hanno riempito le cronache degli ultimi mesi (in particolare le assonanze mi sembra che ci siano con il "caso Marrazzo" e, in qualche modo, con il "caso Boffo"). In mezzo, naturalmente, tante cose sono cambiate: il modo di fare giornalismo e, più in generale, informazione, i criteri di notiziabilità degli eventi, il modo di fare politica. È arrivato l'infotainment, e la sua specifica variante del politainment.

E domani?
Domani sarà il tempo del trionfo della politica pop.

Ne riparliamo tra qualche giorno.

oggi qui, domani là

Giorni di iniziative in giro per l'Italia.
Oggi, sabato 7 novembre, torno a Teramo per la prima cittadina del documentario All'ombra del tempo - storie di Poggio Umbricchio, che ho realizzato (con l'Archivio della Memoria Abruzzese) negli ultimi due anni insieme ad Annacarla Valeriano, Cristiano Gerbino, e un gruppo di studenti della l.s. in Comunicazione Multimediale e Giornalistica (un po' in ordine sparso: Franco, Chiara, Eleonora, Luis, Alessia, Alfredo,Piera, Pierangelo, Carlo e altri ancora). Saremo ospitati dal Premio Gianni Di Venanzo, e già questo è un onore.

Per i curiosi, ecco i primi tre minuti del documentario.



Sempre inseguendo i film familiari martedì 10 sarò a Bologna per questa iniziativa:

Parteciperemo - insieme ad Annacarla - ad una giornata di discussione sui film familiari come fonte per la storia.

Nei mesi scorsi un gruppo di storici sono stati invitati a rispondere ad un questionario sui film di famiglia formulato dall'Istituto Parri e da Home Movies, gli organizzatori della giornata: le domande erano molto interessanti e mi aspetto una discussione altrettanto ricca.


Per questi motivi non sarò a Teramo mercoledì 11: quindi il ricevimento è rinviato alla settimana prossima.
 
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