Auguri Radio Tre

Il primo ottobre 1950, alle 21, iniziava a trasmettere il Terzo Programma, che sarebbe poi diventato, dopo la riforma del 1975, Radio Tre. Oggi festeggia sessant'anni: auguri!
Canale culturale per eccellenza, ha saputo reinventarsi pur rimanendo nel solco della tradizione e conquistare un pubblico non altissimo ma fedele, prevalentemente anziano e maschile, diffuso soprattutto nei centri di media densità abitativa, con picchi di ascolto soprattutto la mattina durante Prima pagina e nel pomeriggio con Fahrenheit.

Sessant'anni fa l'intenzione era fare un canale culturale, secondo la classica tripartizione dei compiti della radio che risaliva a Sir John Reith, informare, educare, intrattenere. L'educazione era il compito che spettava al Terzo Programma (cui venne affiancato anche un periodico), e la si intendeva come elevazione culturale: rivolta dunque a tutti e non solo ai già colti, ai già istruiti. Il modello radiofonico che si aveva in mente era quello anglosassone e il modello culturale era quello tradizionale, della cultura classica, umanistica: musica colta (con una moderata apertura al jazz negli anni sessanta), conversazioni, poesia e letture. E tuttavia non era un modello culturale "ingessato", come verrebbe facile pensare oggi, anzi: proponeva ad esempio inedite letture trasversali di figure storiche o sociali  presentate nelle "serate a soggetto" che montavano ecletticamente contributi di vario genere intorno ad uno stesso argomento, da Cristoforo Colombo al Mito greco nella letteratura tedesca. A tentativi di costruire un modo originale di fare cultura divulgativa, si aggiungeva un linguaggio che, dopo le iniziali rigidità, avrebbe saputo assorbire le indicazioni di Carlo Emilio Gadda delle famose norme per la redazione di un testo radiofonico
Naturalmente, di fronte alle trasformazioni del paese e delle forme della comunicazione degli anni sessanta-settanta, il modello proposto dal Terzo Programma non poteva che risultare vecchio, se non stantio. Ci penserà Enzo Forcella a rinnovarlo, dopo il suo arrivo alla direzione nel 1976 (ci resterà dieci anni, fino al 1986) : un linguaggio nuovo e più attento alle trasformazioni sociali, una leva di giovani conduttori  capaci di fornire uno sguardo nuovo sul mondo culturale, la capacità di cogliere i numerosi stimoli che provenivano da una realtà sociale in continuo fermento, idee innovative come la lettura critica delle prime pagine dei giornali (Prima pagina), sono solo alcune delle caratteristiche che la direzione di Forcella introdurrà nella radio. 
Un insegnamento che ancora oggi, certo rinnovato e attualizzato, sembra aleggiare nelle stanze di via Asiago, sotto la direzione di Marino Sinibaldi, storico conduttore di Fahrenheit.

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Andrea Sangiovanni © Creative Commons 2010 | Plantilla Quo creada por Ciudad Blogger