di vecchie e nuove televisioni

Le ultime elezioni (che oggi, con i ballottaggi, si concludono) non hanno presentato novità interessanti tranne una. Grazie ad una interpretazione quantomeno maldestra del concetto di par condicio, per cui la parità delle condizioni consisteva nell'assenza dell'approfondimento politico in televisione (cioè nel mezzo con cui l'80% degli italiani si formano un'opinione), la televisione non ha parlato di politica durante la campagna elettorale. Almeno in apparenza perché, mancando i programmi di approfondimento, un ruolo nevralgico è stato svolto dai telegiornali, non proprio, a quanto dicono i dati di cui si dispone, esattamente equilibrato. Ma questo è un altro discorso, e sicuramente non una novità.
La novità è stata la migrazione della politica su altre piattaforme. Il caso più clamoroso è stato quello di Raiperunanotte, lo show organizzato a Michele Santoro al Paladozza di Bologna che ha mobilitato una audience di tutto rispetto:
Dati alla mano dalle 21 alle 24.23 la diretta di 'Raiperunanotte' è stata seguita su Sky TG24 e Current da 964 mila spettatori medi complessivi (share del 4,4%, 1.671.000 i contatti unici), con un picco dell'8,2% di share alle 23.48. A questi vanno aggiunti gli spettatori che hanno seguito i programmi disponibili su SKY nelle oltre 200.000 stanze d'albergo. Ma l'evento ha avuto grande riscontro anche sul web, dove è stato trasmesso in diretta da diversi siti d'informazione come il Tg3 (che ha reso noto di aver avuto 700.000 accessi e oltre 500 messaggi di sostegno) e Repubblica Tv (fonte ADNKronos)
Ma non c'è stato solo questo episodio. Aldo Grasso, ad esempio, si è soffermato su quanto accadeva su Corriere tv, annotando, a proposito di Mentana Condicio che
Il format di Enrico Mentana ha provato due cose fondamentali: la prima è che mettere il bavaglio alla tv è ormai un ridicolo controsenso; la seconda, più importante ancora, è che la tv tradizionale o generalista non è più al centro della scena mediatica. Per questo, giovedì 11 marzo, quando su corriere.it ha preso le mosse il confronto fra Ignazio La Russa ed Enrico Letta, è da considerarsi una data importante: grazie alla indiscussa professionalità del conduttore, il pubblico ha dimostrato di essere capace di migrare da un mezzo all' altro, dalla «vecchia» tv al «nuovo» web. Con l' introduzione della tecnologia digitale, la tv ha mutato il suo statuto e si è trasformata, nel corso di un grande processo di frantumazione, in un new medium. Cioè in un medium interattivo, personalizzabile, delocalizzato, convergente; solo così è possibile trasformare la dimensione comunicativa in un atto sempre più complesso e partecipativo da parte degli spettatori
(Chi fosse interessato può leggersi tutto l'articolo - Campagna elettorale. Così il web ha cambiato le regole del gioco del 27 marzo 2010 - seguendo questo link)

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L'unica cosa che mi chiedo è se questo passaggio abbia cambiato anche la forma, se cioè siamo di fronte ad una comunicazione diversa da quella televisiva oppure se siamo solo di fronte ad una comunicazione televisiva usuale che si produce però attraverso una piattaforma diversa.
Sinceramente non mi pare che ci si sia distaccati troppo dai tradizionali format televisivi (lo stesso Grasso ripete più di una volta che abbiamo assistito a programmi tecnicamente perfetti: immagino che il termine di paragone siano le incertezze tecniche che, in genere, affollano il web; e se fosse proprio questa imperfezione, invece, la cifra distintiva di un linguaggio nuovo in via di formazione?). Addirittura, l'episodio Raiperunanotte ha attinto a linguaggi ancora più antichi, quelli dello spettacolo di piazza, solo appena velato da professionalità televisiva (ed ecco perché gli eccessi di Luttazzi non erano eccessivi: perché non era uno spettacolo televisivo realizzato per un pubblico medio e indifferenziato, ma uno spettacolo fatto ad uso di chi sceglieva di vederlo; una, diciamo così, televisione di nicchia, molto simile in questo ad un canale satellitare).
Forse, allora, se qualcosa di buono è uscito da queste elezioni è stato, per citare ancora Grasso, che
le nuove tecnologie... non servono più ad «ammazzare il tempo» ma a renderlo proficuo.
Ma siamo ancora lontani da una nuova televisione.
E forse ce ne sarebbe bisogno.

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Andrea Sangiovanni © Creative Commons 2010 | Plantilla Quo creada por Ciudad Blogger