Le famiglie allargate della Fiction televisiva: i Giorgi-Del Fiore di Tutti pazzi per amore!

“Tutti pazzi per amore” ma si tratta davvero di un prodotto “pazzo”? ossia nuovo, innovativo, lontano dalla tradizionale fiction della televisione pubblica?


 


Premesse: la fiction è andata in onda la domenica alle 21:30 su Rai Uno durante il periodo invernale compreso tra i mesi di dicembre 2008 e febbraio 2009.


Prodotta da Rai Fiction e Publispei, vanta un team autoriale di tutto rispetto: in regia c’è Riccardo Milani, (stesso regista de “La guerra degli Antò” del 1999 e “Auguri professore” del 1990), la sceneggiatura è firmata da Ivan Cotroneo (sceneggiatore di Paz, ha scritto L’ottavo nano di Serena Dandini e Corrado Guzzanti e lavora come autore per Parla con me, il talk show della Dandini), insieme a tanti altri nomi conosciuti nel mondo della fiction e del cinema indipendente italiano.


Osservando la composizione del cast tecnico emerge già chiara la volontà dei vertici della Rai Fiction di realizzare un prodotto sofisticato, più complesso nelle trame e nelle forme espressive, capace di catturare una fascia di pubblico possibilmente “più giovane” e “culturalmente più elevata”. E infatti i primi risultati sono stati niente male: la prima puntata ha avuto uno share pari a 24,02% con 6.555.000 spettatori, e la media degli spettatori si è assestata attorno ai 5,5 milioni per uno share di 22,35% share. Quest’anno la fiction si è aggiudicata, inoltre, il Premio Regia Televisiva come “Miglior fiction” e inoltre da un sondaggio condotto da TvTalk risulta che il 47%  degli intervistati ritiene Tutti pazzi per amore “la nuova frontiera della Rai Fiction". Un sequel è già in fase di scrittura per andare in onda in primavera 2010 a indicare il successo della prima stagione di Tutti pazzi per amore.


 


La tonalità della narrazione è quella della commedia; il tipo di coinvolgimento del telespettatore fa leva quindi sugli elementi comici della lettura.


Gli eventi si svolgono nella Roma di oggi, dove sono riconoscibili il traffico e la vita frenetica di una metropoli multietnica e cosmopolita. Il fulcro narrativo da cui si dispiegano tutte le trame è rappresentato dal tema della famiglia allargata, topos narrativo comune a più serie televisive di genere “family” come Un medico in famiglia, prodotto dalla Rai, o I Cesaroni, prodotta per la Mediaset dallo stesso Carlo Bixio e dalla Publispei, un esempio di fiction che meglio rappresenta l’importanza del tema della famiglia allargata perché derivata dall’originale spagnola e poi adattata per le televisioni di numerosi paesi del mondo. Quello delle famiglie allargate, quindi, è un tema ricorrente e apparentemente attuale e la fiction ne attinge abbondantemente.


I personaggi principali sono Laura del Fiore e Paolo Giorgi, interpretati rispettivamente da Stefania Rocca e Emilio Solfrizzi. Lei, sulla quarantina, separata dal marito da 6 anni, con due figli (Emanuele e Nina ). Laureata in lettere, scrive per una rivista femminile (Tu Donna) curandone la corrispondenza con le lettrici: risponde alle loro lettere offrendo il proprio parere sulle loro fortune e sfortune in amore, in famiglia e nel lavoro. L’immagine che ne abbiamo è quella di una donna libera, indipendente, impegnata nel suo lavoro e nella famiglia, curiosa, dai gusti raffinati e alla moda, con un tocco di ingenuità e genuinità. Paolo è un uomo di quarant’anni, perito agronomo, nel tempo libero allena una squadra di pallanuoto, vedovo da sei anni, con una figlia adolescente (Cristina) che ha cresciuto da solo. È un uomo timido, goffo e impacciato con le donne, è uno di quelli che si può incontrare tutti i giorni, un ragazzone fragile e allegro che non ha paura di mostrare i suoi sentimenti.


 


Un aspetto caratteristico di questa fiction è l’innovazione da un punto di vista dei moduli narrativi: c’è, infatti, un ampio ricorso alla digressione onirica che spiazza il telespettatore, o alla rappresentazione di azioni immaginate, scene in cui i personaggi esprimono ciò che vorrebbero fare ma non fanno. Si crea così l’esilarante contrasto tra inibizioni e desideri dei personaggi, paure e liberazioni, complessi e spontaneità tipici anche dei cartoni animati e soprattutto degli anime, in cui una simpatica vignetta sovrasta il personaggio, intanto colto da un imbarazzo incombente, mostrando ciò che vorrebbe a tutti i costi accadesse, come ad esempio smaterializzarsi o dichiararsi innamorati, colpevoli ect.


Un elemento espressivo fondamentale di Tutti pazzi per amore è la formula del musical, che ha contribuito più di tutti a rendere così popolare la fiction. Pezzi come Vacanze romane dei Mattia Bazar,  Fotoromanza di Gianna Nannini, ma anche Macho man dei Village People o Brigitte Bardot di Miguel Gustaud sono inseriti non più come sottofondi musicali sui quali i personaggi ridono, piangono, scherzano o si sorprendono, perché i personaggi stessi si pongono sotto i riflettori e cantano e ballano la colonna sonora della fiction. I piani dell’azione e il piano della tecnica espressiva si toccano così tanto da essere sovrapposte dando vita ad effetti narrativi molto particolari, ma sul piano della storia i personaggi restano persone comuni che cantano una canzone triste in un momento di malinconia, o al contrario, una canzone allegra in un momento di esaltante felicità, immaginando magari di ballare in mezzo alla strada con la complicità dei passanti....work in progress


 


 


 


 


 

1 commenti:

specchinfiniti ha detto...

mmm... interessante.
La forma narrativa sembra innovativa, anche se già sperimentata da altri media (interessante il richiamo ai manga/anime): la televisione si confermerebbe così il grande frullatore di tecniche espressive mutuate da altri media che abbiamo visto molte volte in azione in passato.
Sono curioso di capire che tipo di immagine della famiglia e della società ci dà questa fiction così scanzonata e ironica: è una rappresentazione tradizionale, oppure ci sono spunti per andare più in profondità nell'analisi della società contemporanea? la "trasgressione" sul piano della forma si unisce ad una "trasgressione" sul piano dei contenuti?

Come in ogni buon serial: la risposta alla prossima puntata (forse)

 
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