...e vissero tutti felici e contenti (GF 2009)

Fabio mi segnala la puntata odierna di Parliamo con l'Elefante, trasmissione quotidiana di Giuliano Ferrara su Radio 24, dedicata ai reality. Lo sto sentendo mentre scrivo questi due appunti: sono passati solo pochi minuti e non sono d'accordo praticamente su niente. Quindi non la commenterò e lascerò a voi il piacere di farlo.



Fra l'altro ho poco da dire, perché, ahimé, non ce la faccio proprio a vedere Il Grande Fratello, detesto X-Factor perché non mi piacciono i programmi di canzoni (ma - vi confesso una debolezza - seguivo con passione le recensioni che faceva Diego Cajelli, scrittore di fumetti e divertito critico del programma), e non capisco perché mi dovrei appassionare a quello che fanno i "vip" su isole deserte o in  lontane fattorie.

Confessate queste debolezze, però, vi trascrivo che cosa ha scritto oggi Antonio Dipollina su La Repubblica:
facendo finta che non valga il vecchio assioma (come diceva quello, c'è caso che il reality show rappresenti a malapena se stesso) nella vittoria finale del Grande Fratello si nota una spiacevole discrepanza rispetto ai tempi. Eppure tutti o, per fortuna, quasi tutti, dicono che in quei posti pulsa la carne viva della società là fuori: non c'eravamo ancora ripresi dal dilagare del progressismo tollerante nei confronti dell'omo-transessualità, quello innescato dalla vittoria di Luxuria all'Isola, che ora arriva il trionfo dell'immigrato Ferdi al Gf. Purtroppo Ferdi è bianco di carnagione, mentre questi sono i giorni in cui servirebbe un vincitore abbronzato o nero del tutto, giusto per alleviare il malumore nato sabato scorso per quanto successo in una importante partita di calcio. Dov'erano quelli che travasano la società nei reality? dormivano? ...

Pur appoggiandomi a queste osservazioni critiche (più o meno, da quello che sento, ciò che hanno scritto L'Unità e altri) a me pare che per rispondere alla domanda che ci si pone sempre alla fine di una serie annuale del Gf - il Gf rappresenta la società? - bisogna andare a cercare in un altro punto. Il punto non è se il vincitore dei reality sia "costruito" dagli autori oppure no. Non penso che sia nel vincitore che, eventualmente, si rispecchia la società italiana: lì - ha ragione Grasso - è una storia che vince (è lo storytelling applicato alla tv). E, forse, a chi segue quei programmi piace una storia vincente (e Ferdy è senz'altro una storia vincente).

Ho il sospetto che per capire se la società si specchi nel Gf dovremmo guardare quello che succede nella casa tutti i giorni: forse la società italiana è nella incultura esibita e nell'emotività adolescenziale. Non è il prima (il casting: quando si costruiscono le potenziali storie) o il dopo (quando la storia migliore vince) ma il durante che conta.

Ma io il Gf non lo guardo e quindi non lo so. Mi tengo informato guardando la sintesi della Gialappa's: sarà quello che ha viziato il mio punto di vista?

1 commenti:

ecfrnx ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
 
Andrea Sangiovanni © Creative Commons 2010 | Plantilla Quo creada por Ciudad Blogger