libertà è partecipazione...

Questo era scritto su un lenzuolo bianco appeso al guard-rail di una rotonda che separa due frazioni di paese, piccoli agglomerati di case aggrappate alle scarpate della strada comunale che le attraversa.
La foto non può rendere la commovente solitudine di quel lenzuolo.
Però può forse dare un'idea della tenace volontà di cambiare le cose gridata da quella grafia un po' incerta, tracciata da una mano non abituata a maneggiare una bomboletta spray.

Quando l'ho vista, mi è sembrato che fosse un segno di come le cose stavano cambiando.
Poi è arrivato il raggiungimento del quorum. E quel segnale mi è sembrato confermato.
La cosa che colpisce di più è che tutto sia avvenuto attraverso canali di comunicazione alternativi a quelli dominanti.
Attraverso lenzuola appese nei crocevia.
Volantini dati per strada.
Post nei blog.
Commenti su facebbok.
Video su Youtube.
Pubblicità virali.
Passaparola.

Lo ha detto bene, oggi, Michele Serra, su Repubblica:


È una vittoria autoprodotta dai comitati, dalle associazioni, dai blog, dagli individui-cittadini che attraverso mille strade, mille ragioni (e perfino attraverso alcuni partiti, vivificati dall’impatto con l’ondata civile) hanno voluto riprendere in mano il bandolo della cosa pubblica. È una vittoria della società contro il Palazzo (parola che uso malvolentieri, ma in questo caso è perfetta), della politica contro il potere, dell’informazione diffusa che è riuscita a by-passare i media, e a turlupinare chi cercava di turlupinarla.

In sequenza secca, l’abbinata amministrative-referendum ribalta la scena della politica italiana, dando al concetto (nobile ma astratto) di “opinione pubblica” un peso formidabile, il volto concreto di milioni di persone. Il boicottaggio arrogante e ottuso della classe di governo (quasi compattamente astensionista), alla luce dei risultati, la fa apparire spiazzata, isolata, fuori tempo: una consorteria in vertiginoso declino.

Perfino il problema Berlusconi, che fino a un minuto fa ci appariva una montagna, è solo un aspetto, e forse neanche quello decisivo, di un passaggio d’epoca impetuoso: che rimette l’accento sulla cittadinanza, sulla comunità, insomma sulla politica di tutti e per tutti. La campana suona anche per la sinistra: niente potrà più essere pensato e deciso nelle vecchie stanze chiuse dei notabili di partito.


Una voglia di partecipare, di ricominciare a dire la propria, che è come un venticello fresco che spazza via le nuvole. 
Anche altri momenti importanti nella nostra storia nazionale sono stati annunciati da un referendum: magari è solo una coincidenza. 
Magari no.

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Andrea Sangiovanni © Creative Commons 2010 | Plantilla Quo creada por Ciudad Blogger