Dove si gioca, "Cosmopolita", 11 novembre 1944


Post molto breve stavolta. Infatti della terza puntata dell'inchiesta di Cosmopolita, dedicata al gioco clandestino (l'autore è Umberto De Franciscis), mi ero annotato solo una brevissima sintesi: evidentemente allora avevo dato poco peso all'articolo e lo avevo giudicato come di scarso rilievo ai fini della mia ricerca.
la zecchinetta, in una classica acquaforte di Bartolomeo Pinelli
La cosa che però emerge con chiarezza dalle poche righe che avevo appuntato è che il gioco illegale era diffuso in ambienti diversissimi, dai circoli nobiliari e dell'alta società alle case private, che si organizzavano come delle vere e proprie bische, e fino al "gioco volante" in strada, in cui su tavoli richiudibili si organizzavano partite di roulette o di dadi.
Avevo anche annotato che il cronista faceva risalire l'origine della diffusione del gioco d'azzardo al coprifuoco durante l'occupazione nazista.

In realtà, come raccontano queste due immagini, e come sottolinea un commento sul sito romasparita,
Il gioco della morra davanti all'Arco degli Argentari, 1860 circa
da cui ho preso la fotografia qui accanto, la passione dei romani per il gioco d'azzardo sarebbe cosa ben nota e di lungo periodo. Può essere: certo è che, con ogni probabilità, anche questa voglia di gioco era una delle molte forme che assumeva quella disperata vitalità che aveva invaso la città nei mesi successivi alla guerra, e di cui Cosmopolita, come molta altra stampa di quei mesi, era testimone e protagonista ad un tempo.

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