letture: Du service public à la télé-réalité

Ri-eccomi qua. E scusatemi per il lungo silenzio.
Oggi voglio parlarvi brevemente del libro che vedete qui sotto:

Il titolo - riuscite a leggerlo? - è Du service public à la télé-réalité. Une histoire culturelle des télévisions européennes 1950-2010 e l'autore è Jérome Bourdon, che insegna all'Università di Tel-Aviv.
Un libro denso, complesso, interessantissimo che tenta di rispondere ad una domanda: possiamo parlare di una televisione europea?
Lo sapete: la televisione è un medium domestico e questa parola deve essere intesa con un doppio significato. E' un medium domestico perché invoca e organizza la domesticità rivolgendosi al "pubblico da casa". Ma è "domestico" anche nel senso di nazionale: la televisione è un medium, cioè, la cui storia è strettamente legata ai confini nazionali, alle politiche di costruzione della nazione (sul piano simbolico perlomeno) e alla costituzione di un pubblico nazionale, che rispecchi cioè tutti gli strati sociali e i punti di vista della società nazionale. E' un aspetto del medium televisione che in Europa viene rinforzato dal modello di broadcasting adottato in questa parte di mondo, il servizio pubblico.
Eppure, già nel 1950 - dunque ancora prima che in Italia iniziasse il servizio nazionale regolare della Rai - esisteva una Unione Europea di Radiodiffusione, che poi avrebbe dato vita nel 1961 a Eurovision News.
Qualcuno di voi magari ricorderà anche i programmi che andavano in onda in "eurovisione"
e quel curioso programma che andava in onda generalmente d'estate (o almeno io lo ricordo così), i "giochi senza frontiere" (come non sapete di che si tratta: andate qui e guardatevi una puntata che La storia siamo noi ha dedicato al gioco).
Sono tutti esempi dell'esistenza di una collaborazione tra le diverse televisioni nazionali, che però non hanno dato vita ad una vera e propria televisione europea, segno della debolezza intrinseca della "sopranazione" Europa.
 Eppure Bourdon dimostra come si possa parlare di una storia europea della televisione sotto il profilo culturale: le fasi tecnologiche e istituzionali delle molte televisioni europee sono piuttosto differenziate ma non profondamente diverse come si potrebbe immaginare. Così come ci sono molti elementi in comune dal punto di vista dei programmi e dei flussi creativi.
Certo, il quadro è complesso e frastagliato: fare storia europea della televisione significa affrontare un doppio percorso sovrapposto, l'evoluzione delle televisioni nazionali e - allo stesso tempo - l'evolvere di una televisione (intesa come dispositivo narrativo, come contenuti più che come istituzione formale) transnazionale europea. Quindi occorre confrontarsi con le storie nazionali, che è il punto di vista adottato in genere dalla storia dei media, e in particolare dalla storia della televisione, con tutte le difficoltà linguistiche e di ricerca delle fonti che questo tipo di ricerca comporta. Però, allo stesso tempo, occorre misurarsi con la storia europea: ovvero con le divisioni tra un'Europa del sud e una Europa del nord, che - per quanto possa sembrare incredibile - si riflettono nelle storie delle televisioni nazionali. 
E - soprattutto - occorre confrontarsi con ciò che viene da fuori, con quella che Bourdon chiama la americanizzazione della televisione europea, un processo che si sviluppa in tre fasi: invisibilità, dall'inizio delle trasmissioni agli anni '80; trionfo, negli anni '80 e '90; e americanizzazione intima, la definitiva conquista dell'anima si potrebbe dire, a partire dal 2000.

Nonostante la complessità del quadro e delle tematiche, Bourdon riesce a fornire una visione d'insieme in cui tutto si tiene, dalle politiche alle scelte culturali, dalle somiglianze alle eccezioni (come il modello inglese, per certi versi anticipatore delle evoluzioni europee).
E, soprattutto, riesce a spostare in avanti il limite degli studi sulla televisione che occorrerà considerare sempre di più come un'industria culturale transnazionale, in cui l'approccio comparativo diventa sempre più ineludibile.

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Andrea Sangiovanni © Creative Commons 2010 | Plantilla Quo creada por Ciudad Blogger