Letture: Saltare il muro

Mahmoud è palestinese, ha ventidue anni, lavora nella drogheria della famiglia e ama disegnare.

Maximilen ha ventisei anni, è francese, e disegna in modo professionale.
Dal loro incontro è nato questo libro, un reportage disegnato sulla vita di Mahmoud dentro il muro e della sua voglia di saltarlo. Lo ha pubblicato 001 editore di Torino (e se volete sapere di più della casa editrice, andate qui).



E' un argomento difficile, quello scelto da Maximilien Le Roy, l'autore del libro (fate clik qui per sapere qualcosa di più su di lui). E' difficile parlare della vita dei palestinesi nei campi profughi, all'interno del muro. E' difficile non farsi prendere la mano dalla retorica. Difficile rimanere equilibrati. Difficile dare voce ad un conflitto dove occupanti ed occupati sembrano essere entrambi ugualmente  prigionieri.


Però non è un tema nuovo: anzi, è proprio su questo tema che, perlomeno in Italia, ci siamo accorti che esisteva qualcosa che potevamo chiamare graphic journalism (per saperne di più andate qui e soprattutto qui). Ce lo ha fatto capire Joe Sacco con il suo Palestine (ne vedete una tavola qui a fianco).


Solo che Maximilien ha scelto un'altra strada: non ha messo in scena se stesso (come ha fatto Sacco e come fanno molti altri), ma ha messo in scena Mahmoud, che aveva conosciuto durante un corso di disegno tenuto in Palestina.
Così la storia è un racconto in prima persona, un flusso di coscienza per parole e immagini che descrivono una vita prigioniera, dei muri e dei reticolati politici, ma anche sociali e religiosi.
E le parole di Mahmoud ci accompagnano nel difficile equilibrio quotidiano tra una vita prigioniera e il richiamo del terrorismo. 
Leggere questo libro diventa così un esercizio di ascolto per capire le ragioni delle persone, laddove quelle della politica sembrano ormai essersi perse.

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Andrea Sangiovanni © Creative Commons 2010 | Plantilla Quo creada por Ciudad Blogger