Mi fanno pensare.
Mi permettono di rimanere aggiornato.
Mi inducono a scegliere.
Qualche volta, semplicemente, sono ben scritte e le leggo per il puro piacere di leggere quel tipo di scrittura.
Quando poi leggo le recensioni ad un mio lavoro, il piacere si accresce di quella tensione sottile che dà l'essere valutati.
E poi c'è sempre da imparare, perché le critiche - che siano velate o palesi - inducono alla riflessione, a ripensare il tuo punto di vista. E non di rado a migliorare.
Ecco perché mi va di condividere con voi la recensione a Le parole e le figure che Luca Malavasi ha scritto su Pulp Libri (qui trovate il link alla pagina facebook).
Poi ci sono altre recensioni che ti fanno semplicemente capire che un libro non è più una cosa tua ma di chi la legge. E che magari dentro ci sono cose che non pensavi proprio di averci messo.
Credevo che questa regola valesse solo per i romanzi.
Evidentemente vale anche per i saggi. Me lo ha dimostrato Diego Gabutti, che ha pubblicato su Italia Oggi questa analisi del mio lavoro (naturalmente è la seconda).
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