Anche quest'anno mi trovo a scrivere qualche appunto sul corso che ho tenuto durante l'ultimo semestre, a tirare le somme del lavoro fatto.
Anche quest'anno il corso era un Laboratorio di comunicazione multimediale. E anche quest'anno io e Gabriele D'Autilia abbiamo cercato di fondarlo su un progetto di gruppo, così come avevamo fatto l'anno precedente. Ma a differenza di quanto era successo allora (me ne lamentavo qui, nelle "notarelle di fine corso"), stavolta la partecipazione c'è stata, ed ha portato buoni frutti: questi.
E questi:
Sono due delle immagini che accoglieranno in un prossimo (molto prossimo) futuro chi si collegherà sul sito della facoltà, comunite.
Questo sito ha una storia relativamente breve, ma intensa: ha accompagnato la facoltà sin dalla sua nascita, ed ha attraversato fasi diverse, altalenanti.
Quando venne creato segnò una discreta innovazione per la facoltà, stimolando molti docenti - spesso completamente a digiuno di nozioni informatiche - a imparare ad usare semplici strumenti per la creazione delle proprie pagine. Aveva delle gabbie un po' rigide, ed era abbastanza schematico: ma era un luogo piuttosto frequentato, ed un buon servizio per gli studenti.
Poi si tentò una ulteriore evoluzione, cercando di lasciare maggiore libertà ai suoi fruitori: ciascuno avrebbe potuto, in teoria, costruirsi le proprie pagine e organizzare al meglio la propria comunicazione. L'idea era buona, ma chi l'aveva avuta non aveva considerato il livello medio di alfabetizzazione informatica e la resistenza all'innovazione che caratterizza ogni struttura organizzata. Per reagire a queste difficoltà si tentò la strada dell'organizzazione verticale, ma l'unico risultato fu la creazione di una serie di colli di bottiglia che rendevano ancora più difficile l'uso del sito.
Che così, a dispetto della buona volontà di chi cercava di usarlo, iniziò ad essere sempre meno aggiornato e a perdere progressivamente di interesse.
Ed è stato allora che l'abbiamo ripreso, prelevandolo da quella sorta di limbo in cui era caduto. Un limbo dove ogni tanto qualcuno coraggiosamente si affacciava per cercare di rianimarlo, dandogli una nuova grafica, tentando una nuova organizzazione. Tutti tentativi - alcuni anche encomiabili - che però - isolati - presto si spegnevano, quando venivano meno l'entusiasmo e la buona volontà di quei coraggiosi esploratori dei luoghi abbandonati della rete .
Stavolta abbiamo provato a cambiare le carte in tavola.
Non siamo partiti da ciò che c'era ma da ciò che i principali fruitori di un sito del genere - gli studenti - avrebbero voluto che ci fosse.
Noi avevamo degli studenti - un'intera classe - e loro avevano delle idee: molte idee.
Una, soprattutto.
Dall'era lontana della nascita del sito (perché, sì, sono passati pochi anni ma sembrano ere geologiche) si era trasformata la stessa concezione della rete: erano arrivati i social network, la partecipazione, la condivisione. E questo aveva cambiato la stessa percezione di che cosa avrebbe dovuto essere un sito di una facoltà di scienze della comunicazione: non solo un luogo di servizio dove trovare informazioni, ma anche un luogo dove stare insieme, condividere le esperienze - di studio, di vita in comune, di pensiero -, sperimentarsi, imparare - magari sbagliando - a mettere in pratica ciò che si studia.
In breve, un luogo che ricreasse la comunità che ogni università dovrebbe essere.
E così ci siamo trovati a cambiare interamente prospettiva, mettendo al centro dell'esperimento intelligenza collettiva, partecipazione, condivisione: tutte quelle che ci dicono essere le parole chiave del nostro tempo.
Ora è arrivato il momento di mettere in pratica quello a cui si è lavorato negli ultimi mesi: domani il sito verrà presentato al Consiglio di Facoltà, che lo analizzerà per decidere se trasformarlo nella faccia in rete della facoltà.
Io so che ci sono una cinquantina di ragazze e di ragazzi che tengono le dita incrociate, pronti a rimettersi al lavoro.
Le incrocio con loro, perché questa piccola storia mi sembra una timida ma ferma risposta alla crisi in cui si dibatte l'università: qualcosa da cui ripartire.
2 commenti:
Un sito oggi deve avere quelle che sono le componenti minime dell'interazione. Pian piano si stanno estinguendo i siti di pura rappresentazione, diventando sempre più interattivi e dinamici. Partecipando a questo progetto ho messo in discussione le mie capacità, mi sono confrontato con i miei colleghi e ho imparato nuove cose. L'impegno che si sta mettendo in questa iniziativa è tanto...tanto da far trasparire l'esigenza di un sito che rappresenti veramente gli studenti e le loro idee.
Le mie dita sono incrociate!
Il pensiero più bello che ho ascoltato tra le parole di chi ha partecipato al progetto è stato: è bello rendersi fruitori di un servizio, specialmente in un periodo in cui le università, in generale, stanno perdendo di credibilità e di qualità.
Per questo noi studenti attivi vogliamo partecipare al miglioramento del nostro presente prima ancora che del nostro futuro, partendo proprio dalla partecipazione, dalla condivisione e dall'informazione.
La fiducia è tanta e le dita sono sempre lì, incrociate, a farci sperare.
Doronzo Luca
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