Cinquemila, tredicimila o ventimila, in ogni caso a L'Aquila il 20 novembre c'era tanta gente. C'era anche tanta pioggia, ma questo non ha frenato la partecipazione.
C'erano anche tante telecamere e macchine fotografiche. Troppe in confronto a quelle scarne immagini che ci hanno mostrato la maggior parte dei telegiornali.
Questo è quello che ho visto io. Una parte perlomeno. La qualità del video è quella che è (prendetevela con YouTube, che ieri mi ha fatto perdere l'intera giornata per caricare qualcosa con una qualità decente e poi ha deciso di mandare tutto in crash) ma spero che sia in grado di dare quel senso di partecipazione che si respirava, quella voglia di continuare a vivere la città nonostante tutto. Per questo la musica.
E a proposito di musica, forse qualcuno si chiederà la ragione della scelta.
È una canzone di questua che si canta all'inizio dell'anno e che augura benessere, salute e abbondanza: si chiama Bonnì bonn'anne e, che io sappia, è tipica proprio dell'aquilano.
Una speranza oltre che un augurio.
L'esecuzione, per inciso, è quella del gruppo Lu Passagalle: Claudio (Di Silvestre) non me ne vorrà se me ne sono appropriato una seconda volta.
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