processi mediatici

E' ora di pranzo e la tv è accesa sul tg5. Una delle notizie riguarda il processo per il delitto di Erba: Rosa Bazzi parla in aula. Bene, fin qui niente di nuovo: mi interessa poco la cronaca e ascolto distrattamente finché non inizio a sentire la confessione dell'imputata. Allora guardo con più attenzione. Ha confessato in aula? il processo dunque è finito... ma non mi sembrava di averlo sentito fra i titoli. E infatti non è una confessione in aula. E' la registrazione di una confessione fatta a qualcuno (a chi non lo dicono, oppure ero distratto): sotto c'è il marchietto dell'esclusiva. Mi pare di ricordare che la Bazzi abbia parlato con quel criminologo che adesso ha praticamente lo studio in televisione, Bruno: magari il video arriva da lui; ma forse mi sbaglio.
E comunque non ha importanza.
Perché mi ricordo anche che nemmeno venti giorni fa il garante delle telecomunicazioni aveva richiamato l'attenzione dei mass media sul non fare processi in tv (anzi qualcosa di più... lo potete vedere qui): era seguito dibattito ampio e circostanziato sui giornali, come si usa dire.
Ma allora?
Qui non si tratta di ricostruire processi in tv.
Qui il processo lo fa la tv: e nemmeno in uno speciale, ma durante il tg che si guarda comunque, per informazione generica... tralascio anche di dire che immagini vengono montate sulla confessione, potete immaginarlo (o forse no: non sono quelle dell'aula, sono le riprese della scientifica, girate ad incendio appena spento, con sangue fresco appena rappreso in terra).
E' informazione, e dunque va bene così?
oppure c'è qualcos'altro, una qualche forma di morbosità (che forse un servizio pubblico come il telegiornale non dovrebbe ricercare ed esibire)?

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Andrea Sangiovanni © Creative Commons 2010 | Plantilla Quo creada por Ciudad Blogger