Settant'anni fa oggi, il 14 ottobre 1944, il settimanale romano
Cosmopolita iniziava a pubblicare nella sua ultima pagina un'inchiesta su
Roma e sui suoi "problemi sociali ed economici".
Essa, scrivevano i redattori,
non avrà intento demagogico ma solo di chiarificazione morale e di avvicinamento spirituale dei cittadini sul piano del coraggio e della sincerità.
E poi, ancora:
se l'inchiesta su Roma scoprirà tragedie, sozzure, bassezze, truffe, servilismi, egoismi, idiozie, impreparazione, scoprirà anche le cause più forti dell'uomo che portano l'uomo a tanta miseria, che però mai riusciranno a svuotarlo della sua essenza triste ma sublime di angelo decaduto.
C'è in queste parole tutto lo spirito della Roma di fine '44, quando l'euforia della liberazione iniziava ad essere indolentemente sostituita da un sentimento di disincanto, che sarebbe presto scolorato in qualcosa di peggio.
Settant'anni dopo, oggi, vorrei dare il mio piccolo contributo alle celebrazioni del settantesimo della liberazione, trascrivendo in tutto o in parte gli articoli che componevano quell'inchiesta e che, settimana dopo settimana, raccontavano a sé stessa una città dove si viveva come se la guerra fosse già finita e si provava ad immaginare quale strada avrebbe imboccato l'Italia.
Se vi interessa saperlo, io ho "scoperto"
Cosmopolita, uno dei settimanali più brillanti e interessanti di quella "vampata" della stampa (per usare le parole di Paolo Murialdi) che caratterizzò il panorama editoriale romano subito dopo la liberazione della città per un paio d'anni, all'epoca della mia tesi di laurea. Poi ci sono tornato con alcuni articoli, in varie occasioni: l'ultima è stata nel giugno 2004, dieci anni fa, nel convegno
Roma 1944-45: una stagione di speranze, organizzato dall'Irsifar, Istituto Romano per la Storia d'Italia dal fascismo alla Resistenza (
qui trovate il volume de
L'Annale Irsifar che ne è stato tratto).
Prima di allora avevo scritto un saggio su
Problemi dell'Informazione (n. 2/1997), dedicato in particolar modo al panorama della stampa, e uno sulla
Rivista storica del Lazio (n.6/1997) in cui mi occupavo soprattutto delle condizioni della città (potete leggerlo seguendo questo
link).
Con questa serie di post, in qualche misura, chiudo un cerchio per tornare dove tutto è iniziato: una bella sensazione, in fin dei conti.