Avevate dubbi?

Le domande retoriche sono belle perché non richiedono una risposta. Però nell'era dell'abbondanza le risposte non mancano. E allora ecco come rispondono i diretti interessati al quesito che ponevo nell'ultimo post: non sarà che dietro lo spezzettamento del campionato, con tutti i problemi che esso comporta sul piano squisitamente "sportivo", ci sono gli interessi delle tv?
Leggete qui e qui per avere anche voi delle esaurienti risposte. E fatevene una ragione, come dice Matarrese.

Ah, e grazie a Pino Frisoli che mi ha segnalato questi passaggi :)

Ancora sullo sport in tv

Torno sull'argomento sport e tv per riportare il testo di un'intervista a Pino Frisoli, autore del libro di cui ho parlato qualche tempo fa. E' apparsa su "Il Centro": curata da Paolo Di Vincenzo e intitolata La tv per sport. 50 anni di successi, è stata pubblicata il 19 marzo scorso.
Un viaggio lungo 50 anni attraverso lo sport nella televisione italiana.
E’ quello compiuto da Pino Frisoli nel volume «La tv per sport» (Tracce, 144 pagine, 10 euro), con l’ambizione di evidenziare quanto sia stata grande l’importanza della programmazione sportiva fin dalla nascita di quell’elettrodomestico che stava per cambiare la vita degli italiani.
Le cose da scoprire sono tante. A partire dall’età della tv italiana.
Pino Frisoli, 39 anni, milanese, impegnato come consulente editoriale, ha rilasciato alCentro l’intervista che segue.
Lei analizza tutta la tv italiana, ma c’è stato un momento, a metà degli anni Settanta, in cui le nascenti tv locali provocarono un piccolo terremoto.
«Le emittenti private hanno cambiato tutta la tv in Italia, in realtà l’inizio è da individuare nella tv Svizzera e Capodistria che aprirono il fronte nel monopolio Rai. A metà anni Settanta proprio una tv di Pescara aveva aperto il casus belli con la Rai perché aveva iniziato a riprendere le partite di calcio del Pescara. Quindi l’importanza dello sport nelle tv locali ha un inizio proprio in Abruzzo e a Pescara in particolare».
Com’è oggi la situazione del calcio e dello sport in generale sul piccolo schermo?
«I grandi appuntamenti rimarranno nei canali generalisti, anche se nulla sarà più come prima. Recentemente è stata diffusa la notiza che Sky ha acquistato i diritti per le Olimpiadi. Ciò vuol dire che le gare principali saranno viste anche sulla Rai ma molto altro non sarà disponibile se non a pagamento. D’altronde è già capitato con i Mondiali di calcio in Germania. La Rai ha avuto la possibilità di trasmettere un pacchetto di partite, ma tutte le altre erano a pagamento. Già dal prossimo anno potrebbe accadere che anche il calcio in serie A avrà ulteriori limitazioni. Si parla di poter vedere i gol solo in tarda serata. La pay tv prenderà il sopravvento».
Molti personaggi che trattano lo sport sul teleschermo hanno un passato nelle piccole (e grandi) tv regionali.
«Sì, anche in questo lo scossone delle emittenti locali è stato importante. Tra i tanti faccio il nome di Maurizio Mosca. Fino agli anni Settanta noi conoscevamo giusto il conduttore della domenica sportiva. Questo fenomeno, in generale, ha portato a una grande visibilità di tutti i giornalisti sportivi, anche quelli della carta stampata. E poi c’è stato un genere nato a metà degli anni Settanta, quello che potremmo generalmente indicare come il programma alla Biscardi, il talk show sul calcio che ha creato tanti personaggi. E poi, certo, ci sono i vari Sandro Piccinini, Marco Civoli che hanno cominciato nelle emittenti locali».
L’ampliamento dell’offerta ha portato a un abbassamento della qualità?
«Inevitabilmente sì. Quando si deve scegliere tra poche partite si può scegliere il massimo, quando ce ne sono tante è ovvio che il livello non può essere altissimo. Come pure quando vediamo le trasmissioni “urlate”, a cominciare dal “Processo del lunedì” che è un po’ il capostipite, la qualità non è certo elevata. Questo genere di trasmissioni danno spazio agli istinti più bassi e accade anche con personaggi insospettabili. Mughini, per fare un nome, molto stimato da un punto di vista culturale, non è al suo massimo quando va a “Controcampo”. Naturalmente lo sanno anche i protagonisti. Certo, se all’inizio in Rai c’era anche una attenzione alla dizione, a me piaceva moltissimo Nando Martellini, oggi non c’è niente di tutto questo. Però, evidentemente, il pubblico gradisce».
Nei 50 anni di sport che lei ha analizzato, quali sono i momenti da preservare e tutelare?
«Tantissimi, ovviamente, a cominciare dal primo grande appuntamento in tv: le Olimpiadi del 1936. In Italia sicuramente il 5 febbraio 1950, la prima partita in tv (Juventus Milan 1 - 7), trasmessa solo a Torino e dintorni. E già allora c’erano qualche centinaio di spettatori (la tv cominciò a trasmette- re regolarmente nel 1954, ndr). Le Olimpiadi di Roma del 1960 sono state le prime viste quasi in tempo reale in tutto il mondo, non in diretta perché non c’erano i satelliti. Poi l’arrivo del colore, stabilmente dal 1976. Un’altra data fondamentale è il Mondiale 2006, il primo in cui la Rai non ha avuto l’esclusiva. Ma quello delle pay tv è un fenomeno mondiale senza alcuna possibilità di tornare indietro».

L'argomento è sicuramente interessante anche per i non sportivi-da-poltrona come me. Mi viene in mente che la penultima giornata di campionato è stata giocata con la strana modalità di una partita disputata con il posticipo e mezzo: cioè quando le altre partite erano già cominciate. Motivazioni? Non so quali siano quelle ufficiali ma mi viene in mente che l'unica vera fosse ottenere un riscontro di pubblico. Alla faccia dello sport.

Trent'anni dopo

La televisione italiana sta profondendo energie per ricordare Aldo Moro a 30 anni dal rapimento e dall'uccisione per mano delle BR. Dopo una bella puntata speciale di Ballarò sul terrorismo (con emozionanti passaggi della lettura pubblica che Zingaretti ha fatto all'Auditorium di Roma dello splendido libro di Mario Calabresi Spingendo la notte più in là) e dopo uno speciale Enigma, nei giorni scorsi la Rai ha tramesso un altro approfondimento, uno Speciale TG1 intitolato Se ci fosse luce sarebbe bellissimo, un titolo evocativo che riprende una delle frasi delle lettere di Moro.
Ne hanno parlato sia Aldo Grasso che Antonio Dipollina, i critici televisivi dei due principali quotidiani, rispettivamente "Corriere della Sera" e "Repubblica".
Ecco i loro testi.
Grasso scrive

Il pregio più grande di «Se ci fosse luce sarebbe bellissimo», lo speciale del Tg1 a cura di Alberto Melloni e David Sassoli dedicato alla strage di via Fani e al rapimento di Aldo Moro (domenica, Raiuno, ore 23.50), è quello di aver tentato un azzardo linguistico inconsueto per i programmi di approfondimento. Nato da una riflessione del gruppo bolognese della Fondazione per le scienze religiose, il lavoro ha cercato non solo di ricostruire la sequenza di quel drammatico rapimento, la vicenda umana dello statista e dei sui familiari, l' abbandono delle famiglie degli agenti della scorta da parte delle istituzioni, ma si è interrogato continuamente sul senso della memoria. Ricordare significa non dimenticare i fatti ma anche la lingua dei sentimenti: per questo lo schermo televisivo è stato tripartito. A sinistra c' è lo statista colto nel momento pubblico dei suoi discorsi (parla una lingua desueta, quasi incomprensibile); al centro il resoconto dei media, il materiale d' archivio, le terribili immagini della sparatoria; a destra, infine le interpretazioni, i commenti, i tentativi di spiegazione. Nel bel mezzo dello studio una cella di garza, un metro per tre, ricordava quella reale in cui Aldo Moro è stato tenuto prigioniero, mentre su alcune tribune sedevano Agnese Moro, Maria Ricci, vedova di un agente ucciso in via Fani, Miguel Gotor, lo storico che ha pubblicato un' edizione critica delle lettere di Moro. La sfida più interessante è stata quella di rispondere alla complessità della vicenda con la complessità dell' esposizione linguistica. Da segnalare, per il trentennale della morte di Moro, le 60 ore di programmazione di RaiSatExtra (gli ultimi 55 giorni raccontati attraverso i tg) e le conversazioni radiofoniche di Corrado Guerzoni (Radiodue, dal 24 marzo), il suo più stretto collaboratore, non dimenticato conduttore di «Radiodue 3131». Da non perdere.

Questo invece è quanto dice Dipollina:
Aldo Moro senza "il caso Moro". Senza, cioè, l'infinito campionario di ricostruzioni, dietrologie e appelli a diradare dopo trent'anni i segreti e il non detto. Era lo scopo che si proponeva domenica in tarda serata lo "Speciale TG1": sono giornate di ampie ricorrene mediatiche, in tv ognuno sceglie la propria angolazione. Nell'occasione, non si voleva certo cassare il gran finale tragico di una storia politica: piuttosto, appunto, cercare un'angolazione abbastanza complessa. Lo schermo diviso in tre parti per quasi tutto il tempo, solo una delle tre, a turno, si animava di immagini e parole: in quella a sinistra c'erano i momenti cruciali del Moro politico e statista, quello che sarebbe entrato dritto nella storia per le qualità di tessitore, aggiratore "a fin di bene" di qualunque questione cruciale e intanto costruttore di scenari complessi quanto decisivi, come quello della convergenza verso la solidarietà nazionale che lo avrebbe perduto. Le altre due fasce dello schermo si animavano per ricordare con sincronia cronistica i momenti più intensi di quei 55 giorni, dall'appello del Pontefice alla tv in diretta di allora - con quello sconcertante tg che annuncia il ritrovamento di un corpo in via Caetani e una voce imperiosa che arriva in interfonico e ordina di interrompere tutto. In studio, David Sassoli con ospiti in un compito arduo di cucitura ma cogliendo spunti importanti su cui si può ragionare col senno di poi. Da segnalare, per una rievocazione impersonale ma molto efficace la serie di puntate in onda su Raisat Extra per i prossimi cinquanta giorni, in parallelo con trent'anni fa, con i tg di allora, ogni giorno alle 13.30.

Mi piace la Corrida... che ci posso fare???

C'è chi dice che la Corrida sia una programma per "vecchi" e che abbia ormai fatto il suo tempo. Io non lo credo. Gerry Scotti ieri ha detto che la Corrida è l'ultimo varietà rimasto nella tv italiana: ha ragione. Tanto per cominciare è uno dei pochi programmi, se non l'unico, in cui tutto avviene dal vivo, e mi riferisco in particolare alla musica dell'orchestra diretta dal mitico Roberto Pregadio, simpaticissimo e competente professionista. Secondo, il coinvoilgimento del pubblico è altissimo. Terzo, la genuinità dei "dilettanti allo sbaraglio" rende la trasmissione divertente e popolare. I premi in palio non sono "milioni di euro"... segno che chi partecipa alla trasmissione non lo fa per soldi, ma per divertimento e per avere un proprio momento di gloria.
La Corrida poi mi ricorda particolari momenti dell'infanzia: il sabato sera dai nonni (quando il nonno c'era ancora...), quelle esibizioni bizzarre e quel semaforo il cui rosso era il "Via!" agli applausi o, molto più divertente, ai fischi ed ai concerti di pentole e coperchi. A condurre la trasmissione c'era ancora Corrado, pietra miliare nella storia della radio e della televisione italiana.
Il conduttore oggi è cambiato, ma la trasmissione è rimasta pressochè uguale, e sinceramente spero che lo rimanga per tantissimi anni.

sport e televisione


Scrivo mentre la televisione trasmette la partita Inter-Liverpool, un momento adatto a quanto vi presento oggi. Vi segnalo l'uscita di un libro che potrebbe interessare qualcuno di voi: Pino Frisoli, La tv per sport, edito da Tracce.
Ne ha parlato anche Aldo Grasso sul Corriere della Sera e, da quanto ho letto, sembra un testo interessante.
L'autore, che mi ha gentilmente segnalato l'uscita del suo libro, me lo ha descritto così:
Nel libro, interamente dedicato allo sport nella
televisione italiana e che rivisita il rapporto
tra la Tv e le attività sportive dai tempi del bianco
e nero a quelli del satellite e del digitale, si parla
di alcuni eventi e trasmissioni sportive che hanno
fatto la storia della televisione in Italia. Tra gli
argomenti trattati, la prima partita trasmessa in Tv
in Italia, Juventus-Milan il 5 febbraio 1950; il primo
Gran Premio di Formula Uno trasmesso, a Monza il 13
settembre 1953; il primo anticipo calcistico
televisivo, nel 1955; il primo “Tutto il calcio minuto
per minuto” trasmesso in Tv, nel febbraio 1976 in
occasione del Torneo di Viareggio; la nascita di
trasmissioni storiche come la “Domenica sportiva”,
“90° minuto”, “Eurogol”, “Il processo del lunedì”; i
programmi sportivi della Svizzera e di Capodistria; i
primi eventi sportivi trasmessi da Canale 5 come il
Mundialito in Uruguay per nazionali e quello per club
organizzato pochi mesi dopo a Milano; la nascita della
Tv a pagamento e della pay-per-view e tanti altri
episodi poco conosciuti, curiosi e spesso divertenti,
che hanno fatto la storia della Tv in Italia
Non pensate che il fatto che Frisoli, nella sua mail, abbia gentilmente definito questo blog come "bello" renda doverosa la segnalazione?
Il libro costa anche poco, solo 10 euro: se qualcuno ha occasione di leggerlo, non si scordi di darci il suo giudizio. Io lo farò appena l'avrò letto.

E sono quaranta!


Ancora una commemorazione televisiva.
Riprende La Corrida, trasmissione inizialmente radiofonica che iniziò ad essere messa in onda nel 1968 (qui trovate il link ad una storia della trasmissione)
La trasmissione è divertente (se non vi imbarazza vedere gente che fa brutta figura in televisione) ma la domanda sorge spontanea: oggi che la televisione è fondata per gran parte sul dilettantismo, che senso ha fare ancora una trasmissione che sottotitolata Dilettanti allo sbaraglio?

Ancora sui processi mediatici

Torno sull'argomento del post precedente trascrivendo la rubrica sulla televisione di Antonio Dipollina pubblicata oggi da Repubblica. S'intitola A processo in corso, la strage di Erba diventa fiction. Leggete :
...l'altra sera su Canale 5 è passato alla chetichella l'episodio dei "Ris" che metteva in scena il delitto di Erba. Condensando tutto nella prima ora di programmazione, Flaherty e gli altri hanno recitato il mostruoso delitto mentre il processo è in pieno svolgimento (...). Per qualche motivo - compreso il fatto che non è stato predisposto nessun lancio epocale, con parecchia prudenza - la rappresentazione non ha destato scandalo: Erba, in fondo, è materia ormai ampiamente televisiva. In settimana si è vista a Matrix la confessione resa in prima istnza da Rosa Bazzi: sempre a Matrix, tempo fa, il delittaccio era stato già presentato in forma di fiction, con risultati inapprezzabili. I Ris di Canale 5 (...) non sono andati troppo per il sottile: hanno preso attori incredibilmente somiglianti a quelli veri, hanno descritto le indagini e hanno fermato tutto all'epoca della piena confessione dei due. A quel punto ci stava anche la rievocazione della scena del delitto con coltellacci e pianti di bimbo. La questione sembra destinata ad andare in archivio velocemente, in un panorama tv in cui ogni tanto succedono cose da fine del mondo e ogni tanto no, ma i meccanismi con cui questo avviene sono sempre più sfuggenti: in fondo si è già con la mente altrove e non è successo niente di particolare. Forse. Fino alla prossima volta, inseguendo una logica che semplicemente non esiste, e che è del tutto inutile cercare.
Già, qual'è la logica che presiede allo scandalo televisivo, o per quello che la televisione trasmette?
E qual'è la logica che presiede alla scelta di costruire una sceneggiatura su un evento così traumatizzante come la strage di Erba mentre il processo non è ancora concluso?

processi mediatici

E' ora di pranzo e la tv è accesa sul tg5. Una delle notizie riguarda il processo per il delitto di Erba: Rosa Bazzi parla in aula. Bene, fin qui niente di nuovo: mi interessa poco la cronaca e ascolto distrattamente finché non inizio a sentire la confessione dell'imputata. Allora guardo con più attenzione. Ha confessato in aula? il processo dunque è finito... ma non mi sembrava di averlo sentito fra i titoli. E infatti non è una confessione in aula. E' la registrazione di una confessione fatta a qualcuno (a chi non lo dicono, oppure ero distratto): sotto c'è il marchietto dell'esclusiva. Mi pare di ricordare che la Bazzi abbia parlato con quel criminologo che adesso ha praticamente lo studio in televisione, Bruno: magari il video arriva da lui; ma forse mi sbaglio.
E comunque non ha importanza.
Perché mi ricordo anche che nemmeno venti giorni fa il garante delle telecomunicazioni aveva richiamato l'attenzione dei mass media sul non fare processi in tv (anzi qualcosa di più... lo potete vedere qui): era seguito dibattito ampio e circostanziato sui giornali, come si usa dire.
Ma allora?
Qui non si tratta di ricostruire processi in tv.
Qui il processo lo fa la tv: e nemmeno in uno speciale, ma durante il tg che si guarda comunque, per informazione generica... tralascio anche di dire che immagini vengono montate sulla confessione, potete immaginarlo (o forse no: non sono quelle dell'aula, sono le riprese della scientifica, girate ad incendio appena spento, con sangue fresco appena rappreso in terra).
E' informazione, e dunque va bene così?
oppure c'è qualcos'altro, una qualche forma di morbosità (che forse un servizio pubblico come il telegiornale non dovrebbe ricercare ed esibire)?

L'ultima giornata del festival, vista da Elenoir

Bene, che dire ragazzi!La serata finale della sezione giovani si è conclusa con la vittoria dei Sonohra con l'orecchiabile ma strasentita "L'Amore". Secondi La scelta con il brano "Il nostro tempo"(carina, niente di più) e terzo il 17enne Jacopo Troiani e la sua "Ho bisogno di sentirmi dire ti voglio bene".
Premesso che al primo posto avrei preferito gli esilaranti Frank Head che si aggiudicano il non meno meno prestigioso premio della critica "Mia Martini", quest'anno i giovani, fatta eccezione per alcuni, non sono stati poi questo granchè!
Buoni gli ascolti di ieri anche se la serata si è conclusa alle 2:00 di notte!
I superospiti italiani, tra cui una sofisticatissima e travolgente Giorgia e un ottimo Jovanotti in duo con Ben Harper, hanno regalato prestigio al Festival e hanno rialzato il livello musicale. Notevole l'interpretazione di Fiorella Mannoia, grande cantautrice ed insostituibile interprete.
Non resisto...vi lascio il mio pronostico per il podio di stasera:
1.Sergio Cammariere
2.Frankie hi 'nrg
3.Mietta
Bravi anche Mario Venuti e Tricarico. Chi vivrà vedrà...anzi chi non dormirà saprà!
A domani!
Elenoir

la cronaca della penultima giornata

Ecco il nuovo commento di Elenoir:

Continuaimo le cronache web da Sanremo parlando un po' della serata del giovedì: Baudo ha lasciato inalterato il geniale assetto della serata introdotto da Bonolis con grande successo.I big si esibiscono affiancati ad artisti e personaggi noti creando uno spettacolo nello spettacolo. Notevole Max Gazzè con Marina Rei e Paola Turci, impegnati e travolgenti Cristicchi e Frankie 'nrg, molto ritmata e ben eseguita la, già bella, Baciami adesso della premiata ditta Mietta-Neri per caso. Gli ascolti si risollevano, malgrado la gaffe di Baudo e le tensioni tra Tiromancino e Frankie nel Dopofestival casinista e movimentato di Elio e le storie tesi. Per ora è tutto, a domani con la recensione della finale dei giovani!
Elenoir
 
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